La colonna vertebrale è l’asse portante del nostro corpo ed è investita di una grande responsabilità.
- Ci sostiene nella posizione eretta;
- ci permette una notevole varietà di movimenti;
- supporta la testa, sede dei principali organi di senso.
Per tutto il giorno, stando seduti o in piedi, camminando o raccogliendo un oggetto dal pavimento, la colonna è sottoposta a pressioni, spostamenti e a un’alternanza continua di movimento e immobilità.
Per fare tutto questo, il requisito fondamentale è l’elasticità: la capacità della muscolatura di contrarsi e rilasciarsi in modo armonioso e proporzionale allo sforzo.
Non solo: è necessario preservare l’integrità delle articolazioni perché siano mobili e lubrificate.
La possibilità di piegarci, allungarci, ruotare in ogni direzione ci permette di compiere le più semplici azioni quotidiane ma anche movimenti più complessi.
Tutto questo in libertà e sicurezza, dal momento che quando il corpo è ben organizzato ogni movimento può risultare piacevole e facile.
La rigidità che a volte impedisce o limita le possibilità di movimento è anche la causa di un notevole dispendio di energia.
Come nasce la rigidità?
Come accade che alcune parti di noi trattengano la tensione senza mai rilasciarla?
Molti fattori contribuiscono a questo: andiamo ad osservarne alcuni più da vicino.
Passare molto tempo in una posizione fissa, ad esempio seduti o in piedi, fa in modo che il corpo tenda a cercare degli accomodamenti per ridurre lo sforzo al minimo.
Chi non ha mai provato l’esperienza di sedersi al computer e trovarsi dopo qualche minuto completamente piegato in avanti per guardare lo schermo o afflosciato sulla sedia e con la schiena curva?
Chi non ha mai sentito la schiena stanca o affaticata dopo una giornata di lavoro da seduto o dopo un lungo tempo passato in piedi da fermo?
Avere una respirazione limitata o costretta ha come conseguenza diretta quella di limitare anche la nostra capacità di movimento. La colonna vertebrale è la prima a risentirne.
Ti è mai accaduto di osservare che durante un grande sforzo o nell’eseguire un movimento complesso il respiro sia diventato irregolare o si sia bloccato del tutto?
Le piccole abitudini a cui non facciamo caso, ad esempio portare pesi sempre con lo stesso braccio o accavallare le gambe sempre nello stesso modo, creano lievi asimmetrie che un po’ alla volta modificano il nostro asse.
Conseguenze di traumi, anche lontani nel tempo, possono far sì che i due lati della schiena lavorino in modo diverso e non equilibrato.
Chi si è slogato una caviglia, ad esempio, sa che per proteggere il lato fragile tende ad appoggiarsi maggiormente sull’altro.
Come conseguenza diretta, alcune parti trattengono la tensione più di altre.
Questa attitudine che si instaura durante un momento di necessità, può permanere anche in seguito se non ce ne rendiamo conto e non prendiamo provvedimenti.
Stress e momenti difficili dal punto di vista emotivo ci portano a ripiegarci su noi stessi, non solo mentalmente ma anche fisicamente. In queste circostanze tendiamo ad assumere posizioni ed atteggiamenti di chiusura e protezione.
Fare esercizio fisico in modo approssimativo e non guidato può creare più problemi che benefici.
In qualunque training fisico che vada a vantaggio del benessere, è necessario che tutto il corpo sia coinvolto in modo consapevole e con una giusta proporzione nell’utilizzo delle diverse parti.
Dedicare molto tempo al potenziamento e poco o niente al defaticamento irrigidisce la muscolatura, privandola di elasticità.
Se i muscoli rimangono contratti anche quando non è necessario, stiamo impiegando energia inutilmente. Insieme alla sensazione di impedimento e tensione si possono accusare stanchezza e affaticamento.
Una credenza comune relativa al benessere della schiena è quella che per proteggerla sia fondamentale avere addominali forti.
Per preservare la salute della nostra colonna vertebrale però è necessario lavorare anche sugli estensori, che fanno da contraltare alla muscolatura addominale e ci sostengono nel continuo lavoro di mantenimento dell’asse del corpo.
È importante essere in grado di piegarci, ma anche di allungarci e aprirci verso l’alto, magari per guardare un bel soffitto affrescato o un cielo pieno di nuvole colorate.
Piccoli accorgimenti utili – comincia da qui
Come possiamo preservare la salute della colonna vertebrale nel tempo?
Queste poche e semplici regole, una volta entrate nelle tue abitudini, saranno semplici da seguire. Un piccolo investimento iniziale per un grande risultato!
- Un inizio morbido. Al mattino, prima di alzarsi dal letto, dedicare qualche istante a stiracchiarsi aiuta a distendere la colonna e prepara alle fatiche della giornata.
- Alzarsi dal letto rotolando e lasciando scendere le gambe, in modo che il busto salga di conseguenza da solo.
- Concedersi piccole pause ristoratrici a cadenza più o meno fissa durante la giornata, per non dimenticarle. Due passi se si sta molto seduti, qualche minuto da seduti o sdraiati se si sta molto in piedi. Questo è molto utile per disperdere tensioni accumulate.
- Bere molta acqua. Molte persone si dimenticano letteralmente di bere o lo fanno solo durante i pasti. Tenere una bottiglia d’acqua a disposizione e bere poco e spesso aiuta a idratare i dischi intervertebrali, oltre ad essere un toccasana per la salute degli organi e dei tessuti.
- Ricordarsi di respirare! Portare l’attenzione al respiro aiuta a sciogliere le tensioni, oltre a ricreare uno spazio mentale che permette di essere più efficienti.
- Ascoltare i segnali del corpo. Se si avverte fastidio o dolore alla schiena è necessario occuparsene prima che la situazione peggiori, facendo movimento o rivolgendosi a uno specialista quando necessario.
Gli antidolorifici a cui spesso si ricorre per avere sollievo attenuano o eliminano il segnale del dolore, ma non ne eliminano la causa: è bene quindi non utilizzarli come unica soluzione. - Fare attività fisica in un modo che sia piacevole e gratificante.
I classici esercizi per la schiena fatti in palestra o prescritti da un medico o un fisioterapista vengono spesso vissuti come obblighi ed eseguiti senza nessun piacere. Così facendo, la motivazione è legata solo al bisogno immediato e la possibilità di abbandonare una volta ottenuto un qualche beneficio diventa molto alta.
Una disciplina che cattura l’interesse, portata avanti regolarmente con un insegnante qualificatǝ è la maggiore garanzia di benessere per il presente e per il futuro.
Quante di queste buone pratiche sono già presenti nella tua vita?
Cos’altro puoi fare per prenderti cura del tuo benessere e della tua mobilità?
Per ognunǝ la risposta è diversa, ma per tutti è possibile migliorare e includere nella propria vita piccoli e salutari accorgimenti.
Comincia ora!