Si parla di ‘ombelico del mondo’ per designare un luogo mitico, dal quale tutto avrebbe avuto origine e nel quale tutto si riconnette all’energia primordiale di questo inizio.
Si usa questa espressione anche per definire il posto nel quale non ci manca nulla, nel quale ci si sente a casa.
Di una persona energica, efficiente e positiva si dice che è ‘nel suo centro’, per la sua capacità di rimanere in equilibrio nelle diverse situazioni della vita.
Perché nel linguaggio comune esistono questi modi di dire così particolari, entrambi legati al concetto del centro, inteso sia in senso fisico che in senso più ampio?
Non è un caso, e in questo articolo voglio dare qualche spunto di riflessione su questo argomento.
Parlo del centro del nostro corpo – di quello che nel Pilates viene definito ‘core’ o ‘power house’ – e del perché è importante dedicargli attenzione.
Fra il bacino e il torace risiede un vero e proprio generatore di movimento ed energia, che può essere sempre disponibile per noi se ne diventiamo consapevoli.
Cominciando ad osservare
In tutte le discipline che coniugano il lavoro sul corpo e la consapevolezza, il bacino ha un ruolo centrale, così come centrale è la sua localizzazione fra le membra.
Nel bacino si realizza infatti la connessione fra la colonna vertebrale – il nostro asse centrale di sostegno – e gli arti inferiori – che completano e integrano la funzione di allineamento e consentono gli spostamenti nello spazio.
Il bacino è anche la zona più pesante del corpo.
La sua posizione rispetto ai nostri punti d’appoggio e rispetto alla testa, determina la nostra capacità di mantenere l’equilibrio, di spostarci o di sostenere una qualunque posa statica.
Inoltre, i muscoli più grandi e forti del corpo risiedono fra il bacino e il torace: sono questi che hanno la capacità e il compito di supportarci in ogni movimento, quando siamo nella forma fisica ottimale.
Fin dall’antichità si conosce l’importanza del centro
Non a caso, in tutte le antiche pratiche del corpo e del movimento, dalle arti marziali allo yoga, il bacino è visto come uno snodo chiave e ad esso viene dedicata una particolare attenzione.
Viene infatti considerato un luogo di accumulazione e distribuzione dell’energia vitale verso gli altri distretti corporei, attraverso la rete dei meridiani energetici (nella medicina tradizionale cinese) o delle nadi (nell’Ayurveda), che raggiunge capillarmente ogni parte di noi.
Praticando, si impara nel tempo a percepire il suo peso, a gestire il suo spostamento sui piedi e a coordinare finemente la parte inferiore e la parte superiore, che qui si incontrano.
Il radicamento che deriva dal training continuo sia del corpo che dell’attenzione, rende i movimenti fluidi ed eleganti.
I risultati sono percepibili non solo sul piano fisico ma anche su quello mentale, emozionale e spirituale.
Anche nelle lezioni Feldenkrais e Pilates si lavora molto sul centro, con risultati di riarmonizzazione e potenziamento
Entrambe queste discipline devono molto alle arti marziali e allo yoga e sia Moshe Feldenkrais che Joseph Pilates hanno attinto alla saggezza antica per elaborare i loro metodi di lavoro. Questi sono fra loro profondamente diversi ma complementari.
Molte funzioni, molte responsabilità
La regione del bacino è abbracciata dai diversi strati della muscolatura addominale e della schiena, che connettono la pelvi al torace. Il diaframma respiratorio e il pavimento pelvico fungono da ulteriore contenimento, racchiudendo questa zona dall’alto e dal basso.
Tutti i muscoli sopra elencati collaborano nello svolgimento di funzioni vitali fondamentali.
In primo luogo consentono la stazione eretta e il movimento; sono inoltre coinvolti nel processo del respiro, ma il loro ruolo va ben oltre questo.
Essendo a diretto contatto con i visceri, con la loro costante attività di contrazione e rilascio, generano un continuo, benefico massaggio, che favorisce l’afflusso sanguigno agli organi.
Questa azione meccanica ha anche l’ulteriore vantaggio di aiutare i movimenti peristaltici di stomaco e intestino, contribuendo così alla digestione e all’evacuazione.
Sappiamo bene come nutrirci ed eliminare le scorie siano manifestazioni importanti e immediate che ci danno la misura e la percezione puntuale del nostro stato di salute.
Tutto comincia dall’ascolto
Come iniziare a prendere contatto con il proprio centro attraverso il movimento?
Moshe Feldenkrais, il fondatore del metodo che porta il suo nome e che ha come fine quello di coltivare la consapevolezza attraverso l’esperienza di movimento, ha concepito negli anni numerosissime lezioni dedicate al centro e al suo ruolo nel bilanciamento del peso e nella distribuzione dello sforzo.
L’approccio prioritario per andare in questa direzione non è tanto quello di ‘farsi i muscoli’ quanto di sviluppare sensibilità e ascolto, in modo da consentire al nostro centro di assumere il ruolo che per sua natura ricopre.
È quindi importante:
- ristabilire le connessioni fra le diverse parti del corpo;
- osservare gli effetti della gravità sui movimenti;
- sperimentare le leve che ci permettono di sfruttare la gravità stessa come un’alleata e non come una forza da contrastare.
Questo processo può essere molto gratificante e divertente e portarci a fare scoperte inaspettate, anche se abbiamo già alle spalle anni di karate, yoga o tai-chi!
Sviluppare consapevolezza del proprio centro significa acquisire un controllo cosciente del movimento che libera i gesti dalla fatica dello sforzo non necessario.
In sintesi, si genera una riorganizzazione di tutto il corpo, che permette di ottimizzare ogni gesto regalandoci vitalità e forza.
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